Cormac McCarthy
Sunset Limited
Questo piccolo libro, che è scritto nella forma di un dialogo tra due sconosciuti, ingaggiati dall’urgenza di intavolare riflessioni esistenziali, è una questione gigantesca. È il risultato di ciò che vuol dire scrivere per se stessi, con onestà, con l’unica motivazione che serve a creare cose belle e importanti, vale a dire l’amore per la scrittura, nient’altro.
McCarthy è nell’Olimpo dove stanno i più grandi, con questo racconto ti fa sapere di cosa è fatto il suo talento, fino a quali piani del pensiero lo hanno condotto la sua ricerca e la sua necessità di fare quello che fa, senza altri fini. Due individui parlano, si sbeffeggiano, compongono ricordi, aprono varchi sulla vita e la morte, sulla fede, divisi da un tavolo con appoggiato sopra il libro più bello che sia mai stato scritto(?) la Bibbia, usata come limite, punto d’incontro e di contrasto.
“Lei cerca di capire Dio”
“No. Cerco solo di capire cosa vuole da me.”
“E altro non le serve.”
“Se a uno serve qualcos’altro a parte Dio, allora è in un mare di guai. E se stai dicendo che il mio modo di vedere il mondo è ristretto, be’, non posso darti torto. Certo, potrei farti notare che non sono io quello che se ne stava al binario a riscaldare i muscoli per il gran salto.”
Forse quello che riceviamo nella vita non è quello che vorremmo, ma quello che ci serve, e diciamocelo, nelle cose semplici ci sta più di quello che potremo mai imparare, sul dolore, sull’amore, su come salvarsi l’anima.
E se proprio non vediamo la luce, forse dobbiamo cercare oltre l’ombra che siamo noi a proiettare sul mondo.
Un libro che provoca stordimento. Vertigine.